A luglio la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani
- On 23 juli, 2021
Si terrà, domenica 24 luglio in prossimità della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Noi celebreremo questa Giornata con la S. Messa, alle ore 8.45 in Cattedrale.
Una Giornata che permetterà, come annunciato da Papa Francesco, di celebrare il dono della vecchiaia e di ricordare coloro che, prima di noi e per noi, custodiscono e tramandano la vita e la fede
La nostra memoria, le radici dei popoli, l’anello di congiunzione tra le generazioni, un tesoro da custodire. Questo sono gli anziani e i nonni nel pensiero del Papa, un vero e proprio ”dono” la cui ricchezza spesso dimentichiamo. Per questa ragione, Papa Francesco ha scelto di dedicare a loro, a partire dal 24 luglio, una Giornata a livello mondiale.
Oggi, più che mai a causa della pandemia che li ha messi a rischio per primi e ne ha sacrificati tanti, gli anziani restano spesso soli e lontani dalle rispettive famiglie, e invece andrebbero custoditi come nostre radici. Per questo la decisione del Papa: I nonni, tante volte sono dimenticati e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e di trasmettere. E per questo ho deciso di istituire la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù.
Nel messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, Papa Francesco sottolinea che la vocazione della Terza età è “custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli”.
Vorrei che “ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo!”, come San Gioacchino, il nonno di Gesù, allontanato dalla comunità perché non aveva figli. “Anche quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia, il Signore continua ad inviare angeli, a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: ‘Io sono con te tutti i giorni’
Papa Francesco prega che il Signore mandi un angelo a consolare gli anziani come avvenne per Gioacchino, il nonno di Gesù e marito di Anna: “il Signore – disse l’Angelo – ha esaudito la tua insistente preghiera”. Angeli che, alcune volte, “avranno il volto – scrive Francesco – dei nostri nipoti, altre dei familiari, degli amici di sempre o di quelli che abbiamo conosciuto proprio in questo momento difficile”.
A ogni nonno, a ogni anziano il Pontefice dice: “Tutta la Chiesa ci è vicina” e ti è vicina. “Si preoccupa di te, ti vuole bene e non vuole lasciarti solo!”. Parla della pandemia come di una “dura prova che si è abbattuta sulla vita di ciascuno, ma che a noi anziani ha riservato un trattamento speciale”, più duro. Molti si sono ammalati, e non ci sono più: “tanti se ne sono andati, o hanno visto spegnersi la vita dei propri sposi o dei propri cari, troppi sono stati costretti alla solitudine per un tempo lunghissimo, isolati”. Ora servono angeli che riportino agli anziani “gli abbracci e le visite”.
Francesco ripete quanto scritto nell’enciclica Fratelli Tutti, augurandosi che questo tempo di crisi legato alla pandemia, “non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare”. Perché “un così grande dolore non sia inutile”, e si riesca a fare “un salto verso un nuovo modo di vivere”, dice Papa Francesco rivolgendosi direttamente al nonno e all’anziano, c’è bisogno di fraternità: “c’è bisogno di te per costruire, nella fraternità e nell’amicizia sociale, il mondo di domani”
Si deve realizzare una nuova costruzione con tre pilastri “che tu, meglio di altri, puoi aiutare a collocare”: i sogni, la memoria e la preghiera. Chi se non i giovani, si domanda il Papa, possono ”prendere i sogni degli anziani e portarli avanti?”. Ma per questo gli anziani devono continuare a fare “sogni di giustizia, di pace, di solidarietà”.
Dai nonni ai giovani: il legame è strettissimo e il dialogo deve essere costante. Il Papa lo ha ribadito più volte nel tempo, dicendo persino di sognare ”un mondo che viva proprio del loro abbraccio”.
Il profeta Gioele pronunciò una volta questa promessa: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (3,1). Il futuro del mondo è in questa alleanza tra i giovani e gli anziani. Chi, se non i giovani, può prendere i sogni degli anziani e portarli avanti? Ma per questo gli anziani devono continuare a fare “sogni di giustizia, di pace, di solidarietà”. “È necessario – chiarisce Papa Francesco – che anche tu testimoni che è possibile uscire rinnovati da un’esperienza di prova”, da questo risiede la possibilità che i nostri giovani abbiano nuove visioni, e si possa insieme costruire il futuro.