III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)
- On 21 januari, 2024
Siamo nel bel mezzo della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, iniziata giovedì 18 e che terminerà il 25, festa della Conversione dell’apostolo Paolo.
L’amore a Dio e l’amore per il prossimo, così come ci viene raccontato nel Vangelo di Luca 10, 27 (“Ama il Si[1]gnore Dio tuo […] e ama il prossimo tuo come te stesso”), il cui testo è stato scelto da un Gruppo ecumenico locale del Burkina Faso coordinato a più voci dalla Comunità locale di Chemin Neuf.
Ciò che accomuna tutti coloro che condividono la fede in Gesù Cristo Salvatore è l’attenzione alla Parola di Dio, alle Sacre Scritture. La comunione tra i cristiani e l’unione tra i credenti delle diverse religioni sono presupposti significativi per la rilevanza della proposta di valori condivisi all’interno dell’intera umanità. Come Comunità siamo interpellati ad alimentare instancabilmente il dialogo con i fratelli che confessano il Signore Gesù morto e risorto, specialmente quando vi ritroviamo qualcuno di questi nelle nostre realtà.
La nostra preghiera per questo “desiderio” del Signore Gesù sia sempre viva e fiduciosa, ma abbia anche dei risvolti pratici nella nostra ferialità.
Quando pensi a Dio che chiama, a cosa pensi? Come immagini possa accadere? Come pensi sia possibile ascoltare la sua voce? Dove?
Adesso prova a rispondere a queste domande dopo aver letto/ascoltato il Vangelo che la III domenica ci ripropone.
Ci troviamo davanti un Gesù che passa e chiama. E coloro che vengono chiamati non sono in un luogo particolare… non stanno facendo qualcosa di straordinario. Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni stanno semplicemente lavorando, null’altro. Stanno compiendo il quotidiano e ordinario dovere: rispetto a un padre, a una società, a un impegno assunto…
È in quel fare ordinario, fatto probabilmente di speranze (uscire per la pesca e tirare su un bel po’ di pesci), di delusioni (pescare inutilmente per tutta la notte), di rabbia (quando proprio sul più bello le reti cedono), di nuove ripartenze, che qualcosa di nuovo li raggiunge. E in quel fare ognuno di loro è concentrato. Quel fare non li chiude al nuovo. Quel fare non li rende ciechi e sordi: pur nel tran tran di ogni giorno riescono ad ascoltare, a lasciarsi mettere in gioco e cambiare. Più di tutto: riescono a lasciare!
Quella voce che li raggiunge, quel nuovo che si propone a loro, umanamente non ha nulla da offrire se non instabilità, cambiamento anche radicale, futuro. Nulla di più… Eppure…
Ecco, passano i secoli, i millenni, ma Dio non cambia stile. Ci chiama passando, entrando con estrema naturalezza nelle nostre giornate, nelle cose che ci impegnano, nelle preoccupazioni, nelle delusioni, nella fatica, nei sacrifici, nei progetti.
Non permettiamo a nulla di distrarci. Non permettiamo a regole e luoghi di dirci dove trovare Dio. Oggi, in una telefonata, in un messaggio improvviso, in uno sguardo, in una mano tesa quella voce, quel nuovo può chiamare anche ognuno di noi, può raggiungerci, può metterci davanti a una scelta da compiere.