IV DOMENICA QUARESIMA LAETARE” (B)
- On 10 mars, 2024
Un grido di gioia apre questa Domenica: “Rallegrati, esulta, gioisci”: la chiesa ha denominato questa IV domenica di quaresima come “domenica laetare”; gioia e letizia perché la salvezza è vicina, perché nonostante i ripetuti tradimenti, Dio non abbandona il suo popolo ma stringe con lui un vincolo nuovo nel misterioso segno della Croce. Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
S. Messa odierna è offerta per Orietta.
Cari frtelli e sorelle,
Che cosa ci salva? Diciamolo in tutta verità a noi stessi.
Che cosa crediamo possa “ottenerci” salvezza?
È necessario rispondere con profonda verità perché lì dove concentriamo le nostre certezze, concentreremo anche i nostri sforzi. E fare verità, profonda verità, è il primo passo per procedere spediti verso la meta: la relazione con Dio.
Ora, aiutiamoci cercando la risposta nelle scelte di ogni giorno: cosa mettiamo al centro? A che cosa diamo importanza? Spazio? Tempo? Su che cosa si fonda la nostra fede in Dio?
Spesso sacrifici, mortificazioni, bocconi amari, silenzi, accettazioni passive sono ciò che abilmente rivestiamo di carità e presentiamo come atto di amore a Dio. In realtà a lungo andare diventiamo pentole a pressione destinate prima o dopo a esplodere. Tutto questo però sembra muoversi più nelle tenebre che nella luce. Ha più il retrogusto dell’amarezza che non della letizia che sgorga, senza sforzo alcuno, dalla carità.
E allora?
Il Vangelo della IV domenica di quaresima ci dice fondamentalmente due cose:
- noi siamo raggiunti da un dono fatto per amore, e solo per amore: il dono del Padre che ha donato per noi peccatori il Figlio;
- 2. Chi crede nel Figlio non si perde, non è condannato; chi crede è salvato.
Credere, null’altro che credere. Cioè affidarsi. Cioè alzare mani aperte e disarmate verso Dio. Credere: cioè respirare a pieni polmoni Dio.
Il Vangelo è chiaro: non ci è chiesto di morire, mai; non ci è chiesto di annientarci, mai; non ci è chiesto di mortificarci e tantomeno di mortificare, mai.
Lui, e solo lui, ha scelto di offrirsi per noi. A noi è chiesto solo di aprirci pienamente alla relazione, al dono, all’incontrollabile, all’inatteso, all’inaudito.
E se questo ci dà vertigine, disorientamento, paura… beh, corriamo il rischio di temere l’imprevisto, perché in Dio si trasforma in pienezza di vita!