IV DOMENICA DI PASQUA (C)
- On 11 mars, 2025
Preghiamo intensamente perché ci sia chi continui, generosamente, ad assumere il dono del ministero pastorale nella Chiesa.
Ma attenzione che non diventi una preghiera che riguarda soltanto gli “altri”. Preghiamo piuttosto affinché ogni cristiano possa prendere la sua parte di responsabilità nella Comunità cui appartiene: come mi posso impegnare all’interno della mia Parrocchia? Di che cosa c’è bisogno? Quale servizio posso assumere per il bene della comunità? Come posso offrire il mio contributo? Il Signore chiama tutti a costruire il suo Regno!
Straordinario annuncio: «Nessuno le strapperà dalla mia mano». Straordinaria conferma: «Nessuno ci strapperà dalla sua mano». E nella sua mano c’è quanto di più buono si possa sperare: c’è salvezza, creazione, guarigione, perdono. Nessuno può strapparci, separarci, allontanarci da Dio, neppure noi stessi e il nostro ingombrante (e mai a dieta) senso di inadeguatezza.
Nei cieli, in Dio, nella Trinità, nel Regno della vita si respira aria di unità e comunione, e noi ne siamo pienamente inclusi. Come si è potuto respirare non so a voi, ma a me la certezza di un immenso senso di pace e di pienezza, al momento che è apparso il nostro nuovo Pastore, successore di Pietro, Papa Leone XIV.
Le sue prime parole “La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio.
Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede»
Ogni giorno posso dirmi che non c’è caduta, non c’è giudizio, non c’è peccato che possa escludermi dalla vita di Dio. Ogni giorno, in ogni istante, so di poter ritornare a Casa, so di poter ritrovare in Dio quel giusto da cui ricominciare, so di avere braccia di misericordia nelle quali rituffarmi per fare ricarica di compassione, delicatezza, misericordia, amore, gratuità.
Quanto dovevano essere state delicate e risolute le parole di Gesù quel giorno in cui si è presentato come il Buon Pastore a quei tanti che lo seguivano; folle che ha guardato con compassione perché stanche, disorientate, assetate di un oltre che neppure la preghiera nella sinagoga o i riti nel tempio sapevano più indicare.
Chi cammina con il silenzio nel cuore si perde, vaga senza una meta e, alla fine, si arrende… da solo. Il Risorto, nella sua assenza fisica, è la voce amata che ci conosce e ci raggiunge, ci accompagna e ci indica vie, mete, incontri. La sua vita è incrocio di vite, è comunione di storie, è incontro tra diversi, è bene che si genera: per questo è eterna e ci è consegnata come dono a cui far spazio e da cui lasciarci abitare.
Nessuno potrà negarci Dio. Nessuno potrà dirci di non appartenergli. Lui ci conosce e viene a noi.
Perché la vita eterna che lui ci dà non è meta futura da raggiungere, ma pienezza, che già attraversa la storia, da cui lasciarci riempire. AMEN.
