PENTECOSTE 2025
- On 25 maj, 2025
Fratelli e sorelle,
oggi siamo riuniti per celebrare la solennità della Pentecoste, giorno in cui lo Spirito Santo discese sugli Apostoli e diede inizio alla missione della Chiesa. È il giorno in cui Dio ha riempito la terra del suo soffio di vita, di luce e di coraggio.
In un mondo ferito da guerre, da violenza e da divisioni, oggi la Parola di Dio ci invita a rinnovare la nostra sete di pace. Quella pace che non nasce dai trattati, ma dai cuori convertiti. Quella pace che Gesù Risorto ci dona come primo segno della sua presenza:
«Pace a voi» – dice ai discepoli nel Cenacolo.
Disponiamoci, allora, a vivere questa Eucaristia, e chiediamo oggi allo Spirito Santo di scendere anche su di noi, come fece sugli Apostoli. Di aprire le nostre menti, riscaldare i nostri cuori, guarire le nostre relazioni.
Invochiamo il suo dono più grande: la pace, che comincia dentro di noi e si allarga fino agli estremi confini del mondo.
Cari fratelli e sorelle,
oggi celebriamo la Pentecoste, il giorno in cui lo Spirito Santo scende sugli Apostoli e dà vita alla Chiesa. È la festa del soffio di Dio che trasforma, del fuoco che accende, della luce che guida.
E in questo tempo della storia, segnato da conflitti, divisioni, guerre vicine e lontane, la Pentecoste ci parla soprattutto di pace.
Nel Vangelo abbiamo ascoltato che Gesù, risorto, entra nel cenacolo e dice ai suoi discepoli:
“Pace a voi.”
E subito dopo soffia su di loro e dice: “Ricevete lo Spirito Santo.” (Gv 20,19-23)
La pace è il primo dono del Risorto. E lo Spirito Santo è la forza che rende possibile quella pace.
Non una pace fatta solo di parole o di silenzi forzati, ma una pace vera, che nasce dal perdono, dalla riconciliazione, dalla verità vissuta nell’amore. È questa la pace che il mondo non può dare, ma che lo Spirito porta nei cuori.
Pensiamoci bene: quando lo Spirito entra, le porte si aprono, le paure si sciolgono, i cuori divisi si comprendono, le lingue diverse si ascoltano. È il contrario della guerra, della chiusura, dell’indifferenza.
Lo Spirito Santo è il vero artigiano della pace. E lo fa cominciando non dalle grandi strategie politiche, ma dal cuore di ciascuno di noi.
San Paolo ci ricorda che il frutto dello Spirito è: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.” (Gal 5,22)
Allora oggi ci chiediamo: la nostra vita è un luogo dove lo Spirito costruisce pace?
Nelle nostre case, nelle nostre comunità, nei nostri pensieri e nelle nostre parole: portiamo pace o alimentiamo divisioni?
Abbiamo il coraggio di perdonare? Di costruire ponti? Di ascoltare chi è diverso?
Il mondo ha sete di pace. Ma questa sete comincia ad essere saziata solo quando ci lasciamo guidare dallo Spirito.
Cari fratelli e sorelle, invochiamo oggi con forza:
Vieni, Spirito di pace!
Vieni nelle terre ferite dalla guerra, dove i bambini crescono nella paura.
Vieni nei luoghi dove le parole sono armi e non carezze.
Vieni nei nostri cuori, quando diventano freddi, duri, chiusi.
Vieni nella tua Chiesa, perché sappia essere segno di unità e non di divisione.
E ricordiamo: la Pentecoste non è solo un ricordo del passato, è un appello al presente. È l’inizio di un cammino nuovo, fatto di Spirito e di pace.
Che lo Spirito Santo ci renda costruttori di pace, cominciando da noi. Amen.
