XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)
- On 22 juni, 2024
Celebriamo oggi la XII Domenica del Tempo Ordinario.
Convocati per fare memoria della Pasqua del Signore, troviamo oggi nel messaggio della Parola di Dio l’invito a riconoscere il Signore come dominatore del creato e come il Dio che, nelle avversità della vita, ci chiama ad essere forti nella fede.
Di fronte alle forze della natura, ci sentiamo piccoli e impotenti, come il seme che cade in terra, dimenticato da tutti. Eppure, proprio per questa piccolezza siamo infinitamente amati da Dio, la nostra salvezza nelle tempeste della vita, rifugio sicuro di fronte alle difficoltà di ogni giorno. Lasciamoci riempire della presenza del Risorto in mezzo a noi!
Una grande tempesta – vento forte e onde alte – e una barca. O forse qualche barca in più, ma pur sempre semplici barche. Pochi ma sufficienti dettagli per far sentire anche sulla nostra pelle il senso dello smarrimento, dell’impotenza, della paura.
Chi era al comando di quelle barche sapeva il fatto suo: pescatori, certamente, avvezzi a gestire anche acque in tempesta… eppure quelle acque che riempivano ormai la barca sembravano legare mani e pensieri. L’unico sentimento che sembrava attraversare la mente di tutti era: «Siamo perduti!».
E di fatto è la nostra stessa storia. Siamo esperti di vita. Spesso e volentieri molti tra noi vivono con l’illusione di farla franca sempre e comunque. Altri, fortunatamente mai toccati da malattie o problemi seri, vivono come se tutto fosse dovuto e scontato. Altri ancora sembrano avvezzi a gestire situazioni pesanti e problematiche, riuscendo anche a distribuire consigli a destra e a manca.
Ma poi, quando la vita diventa una tempesta di vento e onde, quando su di noi si abbattono imprevisti e incontrollabili problemi, quando non riusciamo più a tenere sotto contro nulla – neppure noi stessi –, allora tutto in noi sembra bloccarsi, come cementato da un unico paralizzante pensiero: «Siamo perduti, sono perduta, sono perduto».
E se siamo gente di fede, o se in qualche modo siamo abituati a pensare che Dio abbia a che fare anche con la nostra storia, allora dura e repentina schizza fuori dalle nostra labbra la stessa domanda dei discepoli: «Signore, non ti importa che siamo perduti?».
Vorremmo vederlo alzarsi e minacciare vento e onde. Vorremmo vederlo mettere un freno ai nostri problemi, tutto d’un colpo.
Vorremmo? Ma lui c’è, e anche ora parla al nostro cuore: «Perché hai paura? Perché non riesci a credere, a fidarti, ad affidarti?».
La fede non ci toglie dalle tempeste. Non ci esenta dalle bufere. Ci insegna a viverle, a restare come lui fiduciosi e sereni anche quando tutto attorno a noi è minaccia.
Diciamolo a noi stessi: «Oggi, tra le mie paure, Signore, tu sei la pace del mio cuore».