IV DOMENICA DI QUARESIMA – LAETARE
- On 29 mars, 2022
Letture: Gs 5,9-12; Sal 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32
La Liturgia di questa Domenica ci invita a guardare con gioia verso la novità del futuro che già sta brillando sull’orizzonte. pasquale. Un grido di gioia apre questa Domenica: “Rallegratevi, esultate, gioite” (antifona d’ingresso; colletta): Gioia e letizia perché la salvezza è vicina, perché nonostante i ripetuti tradimenti, Dio non abbandona il suo popolo
S. Messa per Giuseppe, Filomena, Bruno, Antonio, Michele.
Il Vangelo di oggi è bellissimo. Sono certo che l’avete sentito ancora, ma spero che siate stati super attenti perché ci fa capire bene bene com’è il nostro Padre del cielo!
Certamente voi sperimentate che non c’è bene più grande di quello che vi vogliono i vostri papà e le vostre mamme, ma sentite che cosa c’è scritto nel libro del profeta Isaia: ”Anche se una donna si dimenticasse del suo bambino, io invece non ti dimenticherò mai”. E questa è Parola di Dio! Io credo che per noi queste parole siano motivo di una gioia senza fine.
Però quando poi uno si mette a leggere il Vangelo che abbiamo appena ascolltato, uno gli viene a pensare: quanto è folle e scriteriato questo Gesù! Sì, esatto! Folle, scriteriato e illogico. È così che l’evangelista Luca lo fa venir fuori. Perché non c’è nulla di logico ed equilibrato nei protagonisti delle tre parabole della misericordia. Ma se il pastore e la donna della monetina possiamo ancora ridurli a simboli da comprendere e contestualizzare, riducendo la loro radicalità, quell’uomo, padre di due figli, appartiene invece alla concretezza della nostra esperienza umana.
Quei due fratelli così diversi fanno parte della nostra quotidianità e sono noi, pur in fasi e momenti diversi. E forse per questo la parabola del padre prodigo di amore brucia di più. E’ forse tra le più scomode perché tocca nel vivo alcuni punti fermi, smantellandoli. Ed è la sola risposta alla domanda che tante volte ci assilla: “Ma Dio perdona tutti?”.
In Dio non sembra esserci la categoria del buono o cattivo. Dio non ci guarda come se fossimo parti di un discorso (corrette o sbagliate).
In lui esiste la categoria di figlio, e un figlio si sa riesce a muovere solo un pensiero in chi lo ha generato: riportarlo a casa, tenerlo al sicuro, donargli ciò di cui ha bisogno, sollevarlo, custodirlo, non dimenticarlo mai. La storia della salvezza è lunga, ma la Bibbia non si stanca mai di ricordarci quanto sia forte l’amore di Dio per ogni uomo e donna. E questa parola ci spinge oltre il limite dell’accettabile.
Logicamente ha ragione il figlio maggiore: il padre in quell’ennesimo perdono stava sperperando anche la sua parte, i suoi sacrifici, le sue notti passate con le greggi. Logicamente abbiamo ragione anche noi… e Dio no, non può perdonare tutti, non chi sceglie di piegare la storia sempre a suo vantaggio.
Eppure… Eppure lui si siede a tavola con i peccatori, e lo fa perché solo il pane spezzato riaccende nelle tenebre scintille di luce. E lui, purché la luce splenda e la vita vinca non ha solo spezzato il pane, ma si è lasciato spezzare come il pane. Per noi. Per tutti.