I DOMENICA DI AVVENTO (A)
- On 27 november, 2022
27 NOVEMBRE 2022
Questo tempo di grazia ci fa un invito: quello di accorgerci che, in questi ultimi anni, il mondo ma anche la Chiesa, sia a causa della pandemia e della guerra, sia per la mancanza di speranza in un futuro migliore, corrono il rischio di cadere in una specie di sonno, di intorpidimento, che anestetizza ogni tipo di cambiamento. A causa di una stanchezza che ha colpito un po’ tutti, si è portati a giustificare ogni cosa, a lasciarsi andare nella vita spirituale e morale, a lasciare andare le cose, soprattutto nell’impegno dell’annuncio, senza fare un minimo tentativo di rinnovamento. “Svegliarsi” vuol dire prendere coscienza del rischio e reagire puntando in alto, rinnovando la nostra fede attraverso il riferimento alle Comunità cristiane primitive: a tutti i cristiani è chiesto l’impegno di indossare le armi della luce e di comportarsi da veri discepoli di Cristo.
Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà Mt 24,42
Dio viene. È la certezza che la prima domenica di Avvento ci offre.
Viene, nonostante tutto, e nonostante noi. Viene, anche se siamo presi da altro. Viene, anche se molte cose prosciugano la nostra attenzione. Viene, anche se il nostro cuore non ha molto spazio da dargli, o forse non ne ha più. Viene, anche se non ci crediamo. Lui viene! E gli eventi di Betlemme ne sono una chiara dimostrazione.
C’è un tempo che Dio sembra privilegiare: la notte. Ma non perché scelga il peggio, semplicemente perché la sua presenza è luce e la sua assenza oscurità. Quando è notte, anche se il cuore tace, invocazioni silenziose salgono a lui: la vita, lo invoca; la creazione implora la sua presenza; i giusti chiedono luce; i poveri gridano giustizia.
Dio è tra noi, il Figlio dell’Uomo vive tra noi, ma come nei giorni di Noè mangiamo e beviamo e non comprendiamo fino in fondo. Gli viviamo accanto, ci nutriamo di lui, ascoltiamo la sua voce, ma continuiamo a non consentigli di viverci dentro, di trasformarci in luce, di rinascere in noi.
Dio viene, ed è già venuto. Dio è tra noi, ma continua a ritornare, a rinascere in ogni storia personale e nella storia dell’universo, nelle ferite che ci portiamo dentro e nell’oscurità che ci disorienta.
Dio continua a farsi piccolo per fare breccia nella nostra occupatissima indifferenza; si fa scintilla per penetrare più in profondità la notte più cupa.
È dall’infinitamente piccolo che Dio fa sgorgare speranza. Per questo possiamo attendere, per questo possiamo frenare lo scoraggiamento, la disillusione.
Nella più oscura delle notti, nel più duro dei momenti Dio non è assente, la luce non è stata spenta. Dio si sta facendo piccolissimo per penetrare più in profondità la morte e farvi esplodere dal di dentro la vita.
Non concediamo terreno allo scoraggiamento, ma con la speranza nel cuore attendiamo. Il giorno nuovo è alle porte e sarà vita. Vita vera!