<strong>NATALE DEL SIGNORE</strong>
- On 25 december, 2022
MESSA DEL GIORNO
Fratelli e sorelle, con stupore e riconoscenza il canto di ringraziamento sale al Dio fedele in questa santissimo giorno.
Lo smarrimento che percorre la storia degli uomini è illuminato dalla luce di Dio: il Salvatore, Cristo Signore.
Come Chiesa che cammina nella storia verso il futuro di Dio, vogliamo accogliere il nostro Salvatore: la tristezza per le nostre infedeltà si trasforma nella certezza del perdono per celebrare, riappacificati, il Natale del Signore.
ATTO PENITENZIALE
Dopo l’atto penitenziale, colui che presiede dice il Preconio.
Cari fratelli e sorelle,
Cos’è il Natale? E’ UNO dei TRE che è stato mandato in missione! Dove? Sulla Terra.
Possiamo immaginare che un giorno, in Cielo, la Santissima Trinità abbia fatto una riunione, un consiglio. Riunione non solo consultiva, ma deliberativa, perché alla fine si decise! Cosa? Straordinaria decisione che cambiò le sorti dell’umanità! Si decise di mandare la Seconda Persona del Consiglio cioè il Figlio – che accettò, per fortuna! – in missione sul pianeta Terra… Fu il più grande avvenimento mai accaduto nella storia degli uomini: Dio si fece uomo. Nessun’altra religione ha mai avuto l’audacia di annunciare una cosa simile e nessuna filosofia – pur affermando l’esistenza di Dio – ha mai avuto il coraggio di sostenere che Dio scenda ad abitare con i figli degli uomini e ad occuparsi di loro. Anzi: per queste filosofie sarebbe uno scandalo inammissibile e cosa indegna dell’Essere perfettissimo, assumere una materia corporea con le sue limitatezze e pesantezze.
Gesù Cristo l’ha fatto e da allora anche lo scorrere del tempo è suddiviso in ”dopo” e avanti ”Cristo”.
Chi ha ancora il coraggio di definirLo un mito dopo che ha addirittura spaccato la Storia in due?
Ma cos’è di preciso l’Incarnazione? C’è un detto dei Padri della Chiesa, formula latina, sintetica e lapidaria, che la definisce molto bene: ”Quod erat permansit; quod non erat assumpsit”. Rimase ciò che era e assunse ciò che non era. Il Figlio di Dio incarnandosi, rimase ciò che era, cioè Dio con tutti gli attributi della divinità: eterno, onnipotente, infinito, onnisciente, immutabile, immenso ecc. Aveva tutto, sapeva tutto, poteva tutto e viveva nella perfetta beatitudine col Padre.
Ma cosa non era? Non era un essere umano, non era il limite, la fragilità, la passibilità. Era la luce e volle scendere tra le nostre ombre. Era spirito e volle scendere nel regno della carne. Ma rimase luce! E rimase Spirito! Per trapassare di luce le nostre ombre e la nostra carne.
E così il nostro povero mondo, questo piccolo pianeta Terra in cui viviamo e che ruota negli spazi immensi di miliardi di anni-luce, ha ricevuto una dignità incredibile ed insuperabile: il Figlio di Dio è sceso su di esso: si è fatto ”terrestre”. Non si sa se ci siano altri pianeti abitati nello spazio. Gli astrofisici dicono che fino ad ora non risulta, ma anche se un domani, per ipotesi assurda, si scoprissero, chi ha accolto il Figlio di Dio, sarà sempre la Terra, che Lui stesso ha scelto come sua dimora. E la stirpe umana non potrà mai essere superata in dignità perché lo stesso Figlio di Dio, ha voluto farsi uno di noi, della nostra stessa razza.
Il corpo di Cristo è composto dalle stesse cellule e dagli stessi atomi di cui è composto ogni corpo umano: circa centomila miliardi di cellule di cui ognuna contiene mille miliardi di atomi. Pensate che meraviglia è il corpo umano. Che organizzazione e che complessità. Altro che il sole, le stelle e le galassie che sono molto poveri di informazione, al confronto!… E prendendo un corpo come il nostro, ha fatto sì che anche noi vivremo in eterno anche con il corpo.
Troppo bello per essere vero? E invece è più vero del fatto che io sia qui a parlare e voi ad ascoltare, perché noi passeremo, le nostre parole passeranno, cieli e terra passeranno, ma le SUE parole non passeranno mai!
Un giorno una piccola falena s’invaghì di una stella. Ogni sera si librava in volo verso la stella e ogni mattina rientrava stremata senza averla potuta raggiungere. Suo padre l’ammoniva: ”Ma non correre dietro alle stelle, non le raggiungerai mai, accontentati di un abatjour”.
Ma la falena continuava imperterrita: ogni sera partiva ogni mattina tornava stremata. Sua madre la redarguiva: ”Ma volteggia attorno ai lampioni o alle lampade di casa, come fanno le tue sorelle, ma, per carità, lascia perdere le stelle!”.
Ma la piccola falena non si diede per vinta e così imparò a volare altissimo nl cielo e divenne anche tutta luminosa e visse ancora molti anni dopo che le sue sorelle erano già morte attorno agli abatjour, ai lampioni e alle lampade di casa.
Ecco a cosa ci invita il Natale: a voler raggiungere la Stella Lucente che è Gesù .
Non accontentiamoci di vivacchiare all’ombra di un abatjour, ma aspiriamo alla vera luce. E a volare alto.
E allora AUGURI!
Auguri a tutti voi fratelli e sorelle. Ora egli chiede di essere accolto. Buon Natale e sia lodato Gesù Cristo!