XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)
- On 25 augusti, 2024
Credere non è rinunciare a comprendere, credere è comprendere che c’è una possibilità che ancora non conosco, ma è una certezza: so che è il Signore. E’ molto bello legare questo discorso duro sull’eucaristia ai discepoli di Emmaus che ”riconobbero Gesù allo spezzare il pane”. In un gesto così semplice, così usuale, così quotidiano, gli occhi dell’intelligenza si aprono dinanzi al mistero. Credere è dire di sì a questo mistero che si svela ai nostri occhi piano piano.
Cari fratelli e sorelle,
Il brano del Vangelo di oggi ci mette di fronte a una sfida spirituale profonda. Gesù ha appena parlato della necessità di mangiare la sua carne e bere il suo sangue per avere la vita eterna. Un insegnamento che scandalizza, che scuote le certezze di molti dei suoi discepoli. Ecco perché alcuni tra loro mormorano e dicono: ”Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” (Gv 6,60).
Questa reazione ci mostra quanto sia difficile accogliere la Parola di Dio quando essa sfida le nostre aspettative o quando ci spinge a cambiare radicalmente la nostra vita. I discepoli che si allontanano ci ricordano che la fede non è solo accettare ciò che è facile o che ci consola, ma è anche abbracciare ciò che non comprendiamo appieno, fidandoci del Signore che ci guida.
Gesù non addolcisce le sue parole per renderle più accettabili. Egli sa che la verità, per quanto dura, è necessaria per la salvezza. La sua dichiarazione di essere il ”pane disceso dal cielo” è un invito a una comunione totale con Lui, una comunione che supera il semplice ascolto o l’ammirazione, ma che implica un’unione profonda, fino al punto di fare di Cristo il nutrimento della nostra anima.
Accogliere il messaggio di Gesù significa entrare nel mistero. Il mistero non è qualcosa che possiamo capire completamente con la nostra ragione; è qualcosa che ci supera e ci invita a fidarci.
Molti discepoli, davanti a questo mistero, preferiscono allontanarsi. Ma Gesù non trattiene nessuno con la forza. La fede è una risposta libera al dono di Dio. È l’atto di fidarsi di Colui che ha parole di vita eterna, anche quando queste parole ci sembrano difficili da comprendere.
Per noi oggi, questo Vangelo è un invito a perseverare nella fede, anche quando le circostanze della vita o le parole del Vangelo ci sembrano ”dure”. Quante volte ci troviamo di fronte a situazioni che non comprendiamo o che ci mettono alla prova! In questi momenti, siamo chiamati a ricordare le parole di Pietro poco dopo: ”Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). È un atto di fede che ci ricorda che solo in Cristo troviamo la vera vita.
Cari fratelli e sorelle, il Signore ci chiama a una fede matura, una fede che non si lascia scoraggiare dalle difficoltà o dalle incomprensioni. Ci invita a fidarci di Lui, a rimanere con Lui, anche quando le sue parole ci sembrano difficili. Che possiamo rispondere a questa chiamata con il coraggio e la fiducia di chi sa che il Signore non delude mai chi si affida a Lui.
Preghiamo quindi affinché il Signore rafforzi la nostra fede, ci dia la capacità di accogliere la sua Parola in tutte le sue dimensioni e ci accompagni nel cammino della vita, nutrendoci con il suo Corpo e il suo Sangue, pane di vita eterna. Amen.