XXII D OMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)
- On 1 september, 2024
Cosa conta di più? Qual è il centro e il fondamento della nostra fede?
Siamo preceduti dalla fede dei nostri padri e delle nostre madri; siamo accompagnati da una Tradizione fatta di certezze e solidi ancoraggi, capace di indicarci la direzione e di insegnarci l’essenziale. Ma non basta. Non a questo che la nostra fede si riduce.
Siamo sostenuti, ogni giorno, in ogni, istante da una relazione che rinnova la storia, la nostra vita e la vita del mondo: una relazione che si nutre di un incontro speciale, l’incontro con Dio.
Siamo nutriti nel nostro credere dallo Spirito del Risorto che continua a far nascere germogli lì dove in molti vedono solo morte.
Siamo sospinti e guidati dalla Parola, quella di Dio, che è sempre più nuova delle nostre consapevolezze raggiunte, sempre più dinamica dei nostri più vivaci momenti creativi.
Ecco, di fronte a tutto questo, non possiamo non chiederci cosa sia al centro della nostra fede; che cosa abbiamo posto come suo fondamento; cosa conti davvero per noi; cosa potrebbe farci vacillare.
Non sono domande di poco conto. E ce lo dimostra la storia, quella passata e quella contemporanea.
Quando la fede, che di per sé non è altro se non abbandono personale in Dio, ci rende plotone di esecuzione del comportamento altrui, probabilmente dovremmo con coraggio dirci che al centro non c’è più Dio… poiché lui, alla disobbedienza delle generazioni, ha risposto con il dono del Figlio.
Quando la fede non è la motivazione più forte per scelte umane scomode e controcorrente, allora, con umiltà, dovremmo riconoscere di aver ridotto il nostro rapporto con il Dio di Gesù non a una relazione viva e incontrollabile, ma a un insieme di regole che legano e uccidono.
In realtà c’è solo una cosa da fare: accogliere ogni giorno la Parola di Dio che in noi viene seminata, in noi fiorisce e genera frutti di salvezza.