PRESENTAZIONE DI GESÚ AL TEMPIO
- On 7 februari, 2021
Cari fratelli e sorelle, riflettendo sul Vangelo di questa festa odierna, ciò che mi ha maggiormente colpito sono i personaggi dei santi Simeone ed Anna.
Era anziano Simeone, come pure la profetessa Anna (il Vangelo ne precisa l’età, ottantaquatttro anni). In essi sono rappresentati certamente tutto Israele e l’umanità intera, che attende la ”redenzione”, ma possiamo vedervi anche le persone più avanti negli anni, gli anziani.
Ebbene, Simeone ed Anna sono quel esempio di bella anzianità. Il Vangelo di oggi sembra dire a voce alta – ed è giusto gridarlo in questa nostra società fattasi particolarmente crudele verso gli anziani – che il tempo della vecchiaia non è un naufragio, una disgrazia, una iattura, un tempo più da subire tristemente che da vivere con speranza. Simeone ed Anna sembrano uscire da questo affollato coro di gente triste e angosciata e dire a tutti: è bello essere anziani! Sì, la vecchiaia si può vivere con pienezza e con gioia. Certo, a condizione che si possa essere accompagnati, che si possa accogliere tra le proprie braccia un po’ d’amore, un po’ di compagnia, un po’ d’affetto. Alcuni giorni fa, Papa Francesco ha istituito la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i “nonni” di Gesù. E Riflette papa Francesco: ”Essi ci ricordano che la vecchiaia è un dono e che i nonni sono l’anello di congiunzione tra le generazioni, per trasmettere ai giovani esperienza di vita e di fede. I nonni, tante volte sono dimenticati e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e di trasmettere” (Angelus 31 gennaio 2021).Convinto che, nella cultura odierna, ”gli anziani siano dimenticati”, Papa Francesco vuole che nipoti e nonni si incontrino perché i primi possano profetizzare e i secondi possano sognare. Grazie Papa Francesco per questa magnifica intuizione! Questo è un dono per tutta la Chiesa destinato a rimanere negli anni. La pastorale degli anziani è una priorità urgente per ogni comunità cristiana. Questo giorno dovrà segnare una chiara risposta al mondo: i nostri anziani, la nostra memoria, ci stanno profondamente a cuore!
Nel secondo secolo la tradizione incominciò a sostenere che i genitori della Vergine Maria erano stati chiamati Gioacchino e Anna, e da lì sono emerse diverse versioni in merito alla loro vita.
Senza entrare nel merito del contenuto specifico di queste tradizioni, il fatto è che in questo giorno di luglio la liturgia ricorda il padre e la madre della Madonna, due personaggi che sono stati i nonni di Gesù e che, come fedeli israeliti, attendevano il compimento delle promesse di Dio. Certamente Gioacchino e Anna hanno educato la loro figlia Maria in questa stessa speranza e hanno accolto con grande gioia la notizia che la loro figlia sarebbe stata scelta per essere la madre del Figlio di Dio.
La Festa liturgica dei Santi Gioacchino e Anna è occasione opportuna per ricordare “Il giorno dei Nonni”. Questo è un giorno che nasce dall’amore cristiano e dalla gratitudine umana. Il mostrare una attitudine e un rispetto e affetto ai nostri nonni è qualcosa di molto importante in una società che sembra sempre più considerare il produttivo, il sano, l’efficiente ecc. Come non ricordare i nostri nonni? Grazie ai nostri nonni sono venuti alla vita i nostri genitori. Questa data evoca con frequenza tra i cristiani la responsabilità etica di offrire la necessaria attenzione integrale agli anziani. Allo stato attuale, la situazione dei nonni è stata colpita dai cambiamenti che stanno avvenendo nella vita delle famiglie. Gli anziani spesso si sentono o sono considerati un peso per la famiglia, un fatto che li porta a vivere da soli o in case di riposo, con tutte le conseguenze di questa realtà. A volte, soprattutto in conseguenza a separazioni coniugali particolarmente conflittuali, si arriva addirittura a impedire ai nonni di mantenere una relazione con i nipoti. E non sono pochi i nonni che soffrono a causa di ciò.
La IV domenica di luglio deve essere per tutti noi un giorno nel quale dobbiamo dimostrare tutta la nostra riconoscenza, il nostro affetto, la nostra tenerezza ai nonni per far brillare la luce nei loro occhi e muovere a sorriso le loro labbra consumate dagli anni.
Celebrare la festa dei nonni è come un dovere di riconoscenza per la vita, per le attenzioni, le premure, per le notti insonni per le sofferenze, per i sacrifici, per lo spreco d’amore e di simpatia dei nonni verso i figli e i nipoti. In questo giorno sono loro i protagonisti. È una celebrazione doverosa e giusta anche in riferimento al quarto comandamento: “Onora il padre e la madre”.
I ricordi della nostra infanzia sono intessuti delle relazioni con questi personaggi simpatici che più di una volta abbiamo fatto piangere di emozione e di gioia. Oggi i nostri nonni tutto si meritano con grande generosità da parte nostra.
E’ sorprendente contemplare le espressioni d’amore che mostrano i nonni, ad esempio quando i nonni si recano a scuola per prendere i nipoti e riaccompagnarli a casa, quando passeggiano per il parco con essi, quando giocano con i più piccini senza alcun complesso, quando li aiutano e porgono loro il frutto della propria saggezza, quando abbracciano e baciano i nipotini con affetto incommensurabile. Anche per questo in alcuni luoghi si dice che i nonni sono “genitori due volte”
Ma è pure vero che sono molte le ore che i nonni trascorrono in solitudine. La solitudine è la loro maggiore povertà e ciò produce in essi la sensazione del vuoto, assai difficile da colmare
Sono tenerissime le parole che il papa emerito Benedetto ha dedicato ai nonni commentando Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II: “I nostri nonni! La Bibbia riserva loro la qualifica di ricchi in saggezza, maestri di vita, testimoni della tradizione della fede e persone piene di rispetto verso Dio … È importante che si conservi o si ristabilisca dove lo si abbia perduto un patto tra le generazioni, di modo che i genitori anziani, giunti al termine del proprio cammino possano trovare nei figli l’accoglienza e la solidarietà che a loro hanno dato quando sono venuti alla vita”.
Il libro del Levitico afferma: “Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore”. (Lv 19,32).
Questo mi sentivo di convidere oggi voi, nella festa della Candelora, della luce, ricordanto Simeone ed Anna. Amici miei: i nonni! se non esistessero bisognerebbe inventarli! è davvero doveroso rispettare, venerare e amare i nostri anziani.